Caro dicembre,

Caro dicembre,

arrivi sempre con lo stesso passo silenzioso, come se non volessi disturbare.
In un anno che sembra correre senza chiedere permesso, tu ti siedi accanto e dici: “Facciamo ordine. Piano.”

Ci fermiamo un secondo e guardiamo indietro. Non per contare vittorie o fallimenti, ma per capire cosa è rimasto. Quante cose abbiamo dato per scontate. Quante abbiamo perso e ci hanno insegnato qualcosa. Quante non sono mai successe, eppure ci hanno fatto crescere.

Quest’anno non c’erano solo caselle da spuntare. C’era da imparare a rallentare quando tutti dicevano “velocità”. C’era da ricordarsi che il valore non sta nell’accumulare, ma nel togliere: impegni inutili, aspettative degli altri, promesse fatte per abitudine.

A volte abbiamo pensato di non farcela. Lo abbiamo nascosto con un sorriso, con mille cose da fare, con “va tutto bene”. Poi abbiamo scoperto che chiedere aiuto non è una resa.
È un atto di cura verso noi stessi.

Abbiamo letto l’oroscopo, cercando un segno che ci dicesse dove andare. Abbiamo temuto pianeti storti, congiunzioni imperfette, Saturno contro. Alla fine ci siamo accorti che la vita non si governa con le stelle, ma con la gentilezza che riusciamo a riservarci ogni giorno.

Dicembre, tu non fai rumore. Ricordi che anche quando tutto è frenetico, possiamo scegliere un ritmo nostro. Un passo che non pretende performance, ma presenza.

E allora capiamo che siamo già abbastanza, anche se non abbiamo spuntato tutte le caselle. Che c’è bellezza nei tentativi, nei cambi di rotta, nella calma che arriva tardi.

Caro dicembre,
non ti chiediamo magia. Solo un po’ di spazio per respirare. Per scegliere ciò che conta, per lasciare andare ciò che pesa. Per prepararci al nuovo anno senza ansia, ma con gratitudine.

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